martedì 29 dicembre 2020

Orizzonti

 







                                                    Orizzonti; acrilico su tavola; cm 100x140; 2005





domenica 27 dicembre 2020

Se ci sei tu

  

Ora che cerco carezze

pur tra cocci di bottiglia

e l’anima s’accartoccia

per tenere fiamma,

ogni tua parola diviene balsamo,

ogni balbettio il segno

che l’amore allaga

il deserto più arido.

Se ci sei tu.

lunedì 14 dicembre 2020

La tristezza

 

La mia tristezza ha per lati

i confini del mare

e l’indifferenza degli altri.

Lento, il pulviscolo dei sogni

piatto sedimenta.

Tutto diventa silenzio.

Tranne i miei occhi.


mercoledì 25 novembre 2020

All'amore romantico

 

 

 

Meglio deludere presto

o mai più!

Perché qui la trincea

diventa fangosa,

i proiettili sibilano

e rimbalzano sull’elmetto.

Se esisti, deciditi!

Senza falsa testimonianza,

con un atto schietto,

palesa, resta e resisti!

E se resti, stupiscimi!


martedì 3 novembre 2020

Luna d'autunno

 

  

Ti cerco.

Laddove il vento insegue il vento,

il cielo increspa e l’anima scompiglia.

 

Di tanto in tanto,

altissima, tu

sfilacci le nubi

ed improvvisi un incanto.

 

Donando null’altro

che un latrato di cani.

 

E forse, lontano,

un venir di sirena.


mercoledì 21 ottobre 2020

Il deserto dell'animo

  

Quando il deserto diventa palude

e tutto s’intride

di coriandoli melmosi,

quando il mondo annega

e nel fango imputridisce,

posso farmi rana,

balzare in aria,

evolvere a gabbiano

e ad albatro gigante.

Ma volare alti,

suggerisce il poeta,

è un deserto nuovo.

L’arido dolore

di vivere, solo fra tanti.


giovedì 8 ottobre 2020

Essere invisibili

 


Da giovane ero magrissimo. Un longilineo, tanto magro da dovere sopportare chi, ironicamente, mi dileggiava per non produrre ombra. Col passare degli anni, acquistando una dozzina di chili, ho raggiunto l’epiteto di magro (con ombra annessa), diventando nei fatti però, paradossalmente invisibile. Non nel corpo carneo ovviamente, bensì nel corpo sociale. “Un effetto dovuto alla senilità. - subito ha suggerito una caustica schiera di persone - Manuali, libri e riviste ti spiegano perché, e molto sensatamente”. Ma al di là delle ragioni e del naturale conseguente sconforto, un aspetto proprio, un vissuto personale, sembra non voler quadrare. Da giovane ero un artista tribolato che traeva forza e resilienza dalla speranza che almeno la vecchiaia mi avrebbe ripagato. Non in termini economici, sia chiaro, ma tramite un decoroso riconoscimento sociale o, esagerando, attraverso la stima della propria comunità territoriale. I pittori – si diceva allora - diventano maestri da vecchi e famosi da morti. Ma a quanto pare, a me è stata donata l'altrui indifferenza. Non la critica avversa, la contrarietà, il disprezzo, ma soltanto il merito dell’invisibilità che magistralmente, già da vivo, mi annovera nell'oblio dei morti. Ovviamente senza fama.


mercoledì 30 settembre 2020

I comandamenti della gioia

 

 

Con la gioia appiccicata alle dita

non ci si lava le mani.

Con lo sguardo colmo di cielo

si aprono gli occhi,

si abbattono muri

e si accudiscono stelle.

Si raccoglie l’amore caduto

e lo si dona per strada.

Si fanno ponti

sino a far risorgere i sogni.

Con la gioia appiccicata alle dita

ci si lascia sporchi di gioia.

Senza alcuna pretesa.

Senza più parole.


domenica 27 settembre 2020

Lettera all'anima

 

Mi chiedi

cosa poi resista

al rumore del mondo

e ai suoi capelli bianchi,

al correre delle parole

sulla sua sdrucciola vanità.

Già sai che

le idee scivolano

sul ghiaccio delle stagioni

e che il cielo sereno

all'indomani tempesta.

Eppure, ancora chiedi

cosa poi resti,

dove permanga,

perenne, la gravità.

 

Forse in un po’ d’amore,

in una briciola di pane calda?

Forse, su tutto,

eterna la domanda:

cos'è, fosse mai,

la nostra verità?


giovedì 17 settembre 2020

Al mondo

  


Può darsi che tu non abbia mani

o che io non abbia guance.

Può darsi che tu non abbia corpo

o che io non abbia arti.

Eppure, esistono carezze,

esistono gli abbracci.


Così, quando rimane

soltanto il dolore,

continuo a cercare il polo

che incrocia l’equatore.

 


giovedì 10 settembre 2020

Fare l'Artista





Da ingenuo presuntuoso ogni tanto mi dico “questa non è la mia strada, non è questa la vita…”. Il che presuppone che io sappia a priori cos'è la mia vita o sappia prevederne, già delineato, il percorso. In fondo, ingenuo non del tutto, sospetto che la frase echeggiante trovi significato soltanto in negativo e, molto semplicemente, si limiti a constatare cosa nel passato e nel presente non sia stato, e non sia, per me significativo. Brutalmente, cosa non sia piaciuto e non piaccia. Come dire, ecco le cose di cui poter volentieri fare a meno.
Ben più sottile ed imbarazzante rimane il quesito in positivo e cioè quale e dove sia la strada capace di rendere vera e degna la vita.
In questo ambito il filosofo viene dopo. Infatti, se il cervello paleo mammalliano scalpita, impone il bisogno ed esige il suo soddisfacimento, meglio lasciare prima il campo a consapevoli considerazioni di natura psicologica (sempre che si possa) e volare bassi accettando possibili scelte abbruttenti. Dalle quali eventualmente risorgere.                                                                  Sesso, potere, edonismo sono fiumi carsici ben distribuiti, capaci di aprire strade in vasti territori, indirizzandone la percorrenza. Una via naturale, poco culturale e spesso poco etica.
Ma immaginando di aver barattato l’ancestrale, animale felicità per un po’di sicurezza, in un contesto civilizzato è ancora opportuno l’interrogativo iniziale? Ricordando C.G. Jung, esiste un processo di Individuazione? Di autentica crescita personale?
Ahimè, più mi domando quale sia il mio percorso, più ho la sensazione di restare semplicemente fermo. A meno che il senso reale della mia vita non consista nel cercarne il senso…
Riaffiora il filosofo che non ha potuto (saputo) fare ammodo l’Artista?

martedì 8 settembre 2020

Lettera esistenziale





Un sottile filo di ragno
scende ogni giorno dal Caos
per reggermi il cuore.
Nel buio, in silenzio.

Poi scopro te, senza fili,
in un Cosmo ordinato,
tener l’anima sorretta
da suoni d’arpa e raggi di luce.

Amico,
c'è chi confonde e chi è confuso.
Forse il Mistero,
a suo modo, ci contraddice.




lunedì 31 agosto 2020

Per te lettore




Mi chiedo spesso perché scrivo in questo blog e, ancor più spesso, perché tu sia qui a leggerlo.
Mi commuove l'idea che malgrado il probabile poco senso del tutto, io abbia potuto continuare, imperterrito, a pubblicare tanti post lo stesso. In fondo ho creduto di far bene e, in fondo, tu hai dedicato il tuo tempo. La Cultura e l’Arte han rappresentato per me “quello che resta” (titolo di alcune mie datate opere pittoriche) ed il loro tramonto attuale, purtroppo è diventato la mia misera sera. La stupidità non mi umilia quanto l’indifferenza. Questa sì unica reale abbondanza.
Resta il fatto che ho motivo ancora per ringraziare. La malattia dell’ostrica è la sua perla. La sua rarità diventa la sua bellezza.


mercoledì 19 agosto 2020

Non un granché








Finisce così. Senza un granché. Il desiderio che accende gli animi, che stimola progetti e muove verso arditi obiettivi, fondamenta sicure non ne ha. Già!, come il luogo comune suggerisce, voluto un milione se ne cercano due e avutene due, se ne cercano quattro. Viceversa, anche il cioccolato, presentato sempre - a colazione, pranzo e cena – inesorabilmente stanca.
Il desiderio sembra sempre altrove, tanto da finire così, senza un granché, per inflazione, compulsione o forse perché la prospettiva è mal posta e l’azione inefficace. Grandi maestri si sono avvicinati alla sua natura percorrendo strade mistiche, filosofiche e psicoanalitiche ed ora anche le neuroscienze provano a contribuire, esplorando i complessi sistemi neuronali della ricompensa. Ma raggiungere un obiettivo, anche per loro, non è un granché. Dopo un’iniziale sensazione di appagamento, anche il benessere viene a noia ed il desiderio ricomincia a muovere la ruota. La mancanza ritorna ad essere padrona e la tensione carbura il motore verso nuove mete.
Gli obiettivi motivanti dunque abbagliano. Se esiste, la sostanza desiderata sembra stare nei valori umani che li sottostanno: dalla sicurezza personale alla sfida avventurosa, dalla solidarietà allo status sociale. Una miriade di profonde esigenze relazionali e non, emotive e cognitive, materiali e spirituali, condizionate dal contesto storico-geografico in cui si vive. Il desiderio pare rincorrere questi valori non raggiungendoli mai, semmai accompagnandoli coerentemente, unico possibile traguardo.
Tutta l’articolata (e incompleta) premessa per giungere a considerare il desiderio di Bellezza artistica, e constatare, ahimè, che persone colte, benestanti e privilegiate, ben diversamente dal passato, si mostrano proprio a ciò poco interessate, partecipi e coinvolte.
I nuovi fortunati potrebbero, ma non coltivano. E non perché manchi loro il valore del Bello, bensì perché questo viene inseguito attraverso obiettivi fuorvianti. Narcisistici, soprattutto. Moltitudini di immagini personali, postate nei social, rigenerate da filtri irreali, opere visive proprie (senza mestiere e con poca Storia dell’Arte) gettate e confuse in cataloghi multimediali, testi di apprendisti scrittori accostati ad aforismi di Grandi, musica usa e getta, turisti indecisi tra un museo ed un ipermercato…Il desiderio perciò ambisce a smartphone aggiornati, a spazi espositivi comperabili, reiterate pubblicazioni a pagamento e a viaggi pubblicizzati… Senza mai incantarsi davanti al talento degli altri. Un bello friabile. Un abbaglio di superficie in mancanza di profondità consapevoli.
Tutto perché finisca così. Senza peccato, senza reato, senza un granché.

venerdì 7 agosto 2020

Homo sapiens





Nella melma del mondo
altro non siamo
che semi della specie
tesi alla luce del cosmo

nella coscienza penosa
di dover essere individui.

mercoledì 5 agosto 2020

L'amore alchimista



Oggi,
anche se pesa e pesa,
il piombo è sospeso
nell'uggia del cielo,
una scheggia traversa
nel mio cuore di bimbo.
Da eterna vedetta
aspetto l’amore
che, dolce alchimista,
lo tramuti in oro.

E, da saggio, oramai
ritengo quell'oro
la semplice attesa.



giovedì 30 luglio 2020

La perlina




Ho trovato una perlina
persa per casa.
Assomiglia a un quarto d’ora,
a una parola tra amici,
all'incanto di fronte a un panorama.
Da tempo non possiedo una collana
e va già bene una perlina.
Pur se coltivata.

sabato 25 luglio 2020

Una carezza


Quando le stanze sono buie
pur a luci accese
ed il mare è secco
anche se piove.
Quando le stelle mordono
come fame a mezzogiorno
ed i sogni annegano,
vinti, nel cassetto,

con premura
poso una mano su una guancia,
cosicché l’una consoli l’altra
e sappia che una carezza salva

dall'idea d’esser già morti.

martedì 21 luglio 2020

L'animo ipocondriaco




Il mio piccolo esploratore di sintomi
non scopre mai oro.
Se ne sta di vedetta
sulla penombra dell’anima
a trovar crampi,
bozzi, singhiozzi,
dall'alba a mezzanotte,
dalle unghie all'orizzonte.
Un piccolo esploratore
che sequestra i miei occhiali
cosicché io non possa
vedere nel corpo
un amico virtuoso.
Per lui, protagonista ansioso,
anche un pelo diventa:
incubo pericoloso.

giovedì 16 luglio 2020

Volare alti




Ho conosciuto il dolore
che ti taglia a fette,
la solitudine che secca il cuore,
la carità che nessuno ascolta,
la noia assoluta senza un perché.
E ho imparato che sedersi
sul fondo a volte consola,
ma volare alti
fa sentire un re…

sabato 11 luglio 2020

Le parole



Non sarà dandoti per vinto
che scoprirai il tesoro:
già lo possiedi
ben nascosto in tasca.
Dirai: “Anche se frugo,
rimane vuota, senz'oro,
senz'amore, senza speranza…”.
Ma solo così  
darai valore alla mano,
darai valore alla tasca.
Potrai riempirla, allora,
sempre più di parole:
il mondo ne ha per tutti,
anche di tue che non sapevi.
Qualcuno le chiama spirito,
qualcun’altro poesia.
Sono il peso specifico della gioia,
il peso specifico del dolore.
Vivi e confondine il nome!

mercoledì 8 luglio 2020

Quello che non sapevo dell'amore



Quello che non sapevo dell’amore
l’ho capito agitando un dito,
indicando la luna,
strizzando forte gli occhi
imprecando all'infinito:
l’amore non si conosce mai.
Anche quando non c’è,
lo si prova.

martedì 7 luglio 2020

L'Arte Evaporata





Da tempo oramai alcuni raffinati ristoranti sono soliti proporre ai clienti esperienze sensoriali frutto di appassionate ricerche gastronomiche. Materie prime insolite, garanzie di qualità, complesse procedure di lavorazione per chiamare e fissare in memoria la straordinarietà delle realizzazioni culinarie.
Ricordo il parere di un dirigente scolastico, giudicato da tutti una buona forchetta e cultore della cucina, a proposito di una colorata spuma gelificata:” …tanto buona che resti con la fame! Un’ottima frittata d’aria!”. L’aveva apprezzata, ma anche ribadito che la fame gli era rimasta.
Così, non posso non cogliere l’analogia con tanta Arte Attuale. Buona arte, s’intende, con la caratteristica di non saziare. L’animo vive le profonde, complesse, antiche emozioni umane e l’Arte senza dubbio può contribuire a compensarle. E parimenti non c’è dubbio che il naturale bisogno di soddisfare, ad esempio, la Curiosità, di esplorare il nuovo fino a trascendere, venga ben inteso da tanta arte d’oggi. Buona arte, s’intende, ma che ti lascia la fame.
Una fame inconscia – correlata ancora alla Paura, alla Tristezza, anche all'Amore che quotidianamente ci abita – e che non si sazia di affabulazioni interpretative, minimalismi ironici e ludici intrattenimenti dell’Arte Attuale. Buona arte, s’intende, ma che si direbbe leggera, evaporabile, se non evaporata. Come spuma gelificata, buona e poco nutriente.
Se penso ad alcuni pittori del secolo scorso non del tutto consapevoli del loro operare, spesso incompresi, agiti da una visione archetipica (in senso junghiano) e li confronto con alcuni artisti di oggi, inseriti nelle logiche del progetto, della sottile provocazione mediatica legata al culto dell’originalità, se penso a quanto ora prevalga la razionalità comunicativa sul mistero dell’espressione artistica, la velocità sulla lentezza, il sistema sull'individuo, resto basito. Anzi, mi sento denutrito. L’Arte che consola le mie tristezze, che sorregge le mie paure vive nel passato ed inseguire la Curiosità dell’attualità non mi basta. Ahimè, l’Arte Evaporata mi affama…

lunedì 29 giugno 2020

Al mare



Quando la pelle tra le rughe sorride
e la brezza da mare festeggia il tuo sorriso,
gli occhi s’acquietano tra le palpebre
e il cuore ti ricorda che sei vivo,
la pace dell’aria, dell’acqua e del sole
diventa miracolo improvviso.

E l’immenso del mondo
uno scoglio condiviso.

martedì 23 giugno 2020

La bellezza


La bellezza ti dona e ti toglie. T’avvantaggia e ti limita. Lo sospettano le Dive avviate alle rughe della prima maturità: accade spesso che ogni percorso inizialmente facilitato dall’avvenenza proceda con la sua contropartita. Rallenta l’evoluzione personale, allontana la stabilità emotiva.
Può esistere relazione tra Bello-sano e sempliciotto-banale? Tra brutto-sgraziato e talentuoso-geniale?
L’ipotesi risente d’un pregiudizio condiviso, ma resta di fatto indimostrabile. La bellezza, comunque, sembra essere così transitoria e precaria da offrire opportunità a chiunque, sia avendola che non. Le crisi estetiche sono per tutti e quelle anticipate regalano saggezze inattese.
E non si creda che la Bellezza dell’arte sia diversa, eterna a priori, intramontabile, che non sottostia ai cicli storici dell’oblio e del ritorno. Quello che resta più stabile sembra essere l’occhio interiore che la contempla, inteso come sguardo che la scopre, consapevole della complessità del contesto e, meglio, della sua relatività. Ma a tal punto, come un gioco famoso, si torna alla partenza e la domanda resta: per raggiungere questo traguardo dello spirito, la bellezza iniziale - qualunque essa sia - facilita o limita?

Ironicamente, ricordo spesso a me stesso il fatti non foste a vivere come bruti. Amo la speranza. Non mi sorprende l’inganno.


giovedì 18 giugno 2020

Amo i miracoli cronici




Amo i miracoli cronici.
Aurore sul mare e tramonti.
La forma delle nuvole.
Amo i miracoli cronici.
Le briciole del pane.

sabato 13 giugno 2020

Il destino





Non sarà quando ti giri e non trovi nessuno
o quando, dormendo, uno scorpione ti punge.
Non sarà se trovi l’oro inciampando
o, sbadigliando, un dolcissimo amore.
Il Destino palesa improvviso
e nulla può indicarne la strada,
rimane un’epifania del Caos
che una mente arrogante
vuol chiamare Storia.
E il presente non presente
è un’umana vanagloria.

mercoledì 3 giugno 2020

La poesia che mai nessuno legge



La poesia che mai nessuno legge
tiene versi trasparenti,
sillabe afone
e titolo in confusione.
L’ha scritta un poeta senza nome
per chi non ha più cuore.
Scorre oramai incolore
il duemila e venti.

martedì 26 maggio 2020

Nella provocazione




Da quel che si vede, sembra sia piuttosto facile litigare in TV con qualche popolare personaggio, noto per la propensione all'ira e per il giudizio tagliente. Ben più difficile sembra essere la possibilità di trarre da un confronto proficuo e pacato, un apprezzamento gratuito o, addirittura, una qualche forma di gentilezza. Il mondo, si sa, è vario ed anche quello televisivo non fa eccezioni. Nella nicchia ecologica delle emozioni, la rabbia e la collera sono ben rappresentate da queste creature mediatiche specializzate nella lotta verbale, le cui lingue e carotidi ingrossate permettono dibattiti feroci e continuati. Se la cosa sia lecita – e per me lo è – ha poca importanza, perché ben più interessante qui, è capire se questa manifesta testimonianza del cervello paleo-mammaliano può assurgere ad espressione artistica. Come Duchamp prima, e recentemente Comedian, la banana con lo scotch di Cattelan, hanno dimostrato, qualsiasi evento inconsueto si depositi nella memoria collettiva può trovare connotazione artistica. Perché questo consolidi deve prima apparire, poi essere discusso, riapparire, riessere discusso… Visto che la provocazione in TV, intesa come fuoriuscita da un Canone comportamentale ordinario (ad esempio: la volgarità e l’aggressività esibite) è un ottimo strumento per lasciar segno, traccia perturbativa, ricordo emotivo e considerato che, una volta condivisa, moltiplicata dal mezzo televisivo o multimediale, propagandata per scopi diversi, la stessa eco emotiva diventa testimonianza del proprio tempo, rappresentazione e costume sociale, perché questa infinita, reiterata conflittualità mediatica – tradotta in talk show, video, tweet, immagini - non può essere considerata Arte?
Perché non può essere Arte?
Lo può. Alla condizione – direbbe qualcuno - che almeno “l’artista“ ne abbia consapevolezza critica e ne abbia intenzione. È probabile che qualche opinionista abbia ormai preso tal abito, sia entrato nel ruolo prescritto. Ogni evento può trasformarsi in meme e come tale connotarsi, diventare opera-zione artistica. Sempre che la stessa sia poi riconosciuta, accettata e soprattutto diffusa. E che lo possa essere anche la propria parodia.
 Eppure - e questo sembra ancor più importante - come in una nicchia ecologica da poco esplorata, ogni introduzione di una specie aliena gode di un periodo d’espansione e poi di rapido declino al deteriorarsi dell’ecosistema, così “quest’arte nuova” rispetto alla sua concezione classica può collassare in tempo breve al degradarsi del sistema. Ed oggi, visto che tutto concorre alla moltiplicazione del concetto di arte può accadere che lo stesso, inflazionato, possa non esistere più.
Perciò, veementi critici d’arte, ciarlieri showmen, influencers, pubblicitari in veste Street Art: attenti alla velocità della provocazione! Che non resti confinata alla mediocrità di un Io vanesio! O peggio, al nulla!
E se anche le Cassandre possono essere attraenti, in verità io spero non lo siano più.

domenica 24 maggio 2020

Desiderando



Il desiderio mio
è come l’acqua sorgiva,
felice d’infiltrarsi, evaporare,
scorrere tra cento o mille mete.
Eppure, più grande ancora
è ritrovar qualcuno
che abbia un po’ di sete…

sabato 16 maggio 2020

Preghiera nel bosco



Dio
che ora sei e stai
nel verde del bosco
e più in là sulla vetta,
sull'orlo rosso d’un fiore
e nel pulviscolo della roccia,
accoglimi.
Come il palmo per la mano,
la musica per il suono,
Tutto non ha confini
se Tutto è appartenenza.
Ed anch'io in Te sono
l’ala di rondine lesta,
la nube che dissolve lenta
ed il dolore mio buono.
Accoglimi
transitorio, dubbioso e fugace
come può essere l’Io che sono.
Precario perché distinto.
Accoglimi e teniamoci.

Nella culla della pace.

giovedì 7 maggio 2020

L'amore cercato





Sarà per un’inconsapevole memoria, un’ancestrale esperienza della Madre e del suo infinito prodigarsi; sarà per il ricordo che al proprio piangere si era consolati, per la propria fame si era nutriti; sarà perché una prodiga credenza celeste ci ha convinti d’esser degni d’amore o sarà perché, da giovani, qualcuno ci ha lusingato nel volerci, a sceglierci, forse anche a desiderarci. Qualcosa sarà accaduto se al pensiero di quel passato corrisponde ora l’idea d’averlo perso, se l’anima punge e tutto appare corroso dal disincanto. Crescere significa: indossare un ruvido e freddo abito stoico ed ammettere che l’Amore non può e non deve esistere? Non accettare la perdita e compensarla con improbabili succedanei sentimentali?
Qualche saggio suppone che l’Amore maiuscolo – genitoriale, filiale, romantico – esista, ma che quello ricevuto sia transitorio, fortunoso e per nulla esigibile. Soltanto quello consapevole, sincero e donato – a sé stessi e agli altri - diventa sicuro e fattibile.
Un Amore che è già. Basta crederci.

lunedì 4 maggio 2020

Dopo l'alluvione






Nell'alluvione, per giorni e giorni, tutto di me era un muscolo teso. Con l’intento di restare a galla. Così, al passare dei mesi. Sino a che l’acqua oramai fango, sostenendo la testa, ha permesso senza sforzo la presa dell’aria. E quando la melma s’è fatta secca, anche le braccia han trovato riposo. Col nuoto sospeso, le gambe più libere han ripreso: una lenta, progressiva camminata. Ed ora che tutto all'orizzonte è ormai solido, ora che la sabbia è terra e la terra è roccia, la corsa possibile è un inno alla gioia. 

E tutto appare un acrobatico volo!

sabato 2 maggio 2020

Lettera dalla quarantena




  

Vorrei poterti descrivere quanto
“l’isolamento sociale mi sia nocivo”,
mentre semplice il cuore riurla:
“mi manchi tu!”.
Mi manchi
come il sangue alle vene,
come l’acqua alla sete,
l’arcobaleno al colore!
Dal mattino alla sera.
E non esistono parole.

La poesia sincera
è di lacrime sole.

lunedì 27 aprile 2020

Tra cielo e terra



Non sarà cercando scarpe
che troverai le stelle.
E non sarà
cercando stelle
che troverai i tuoi piedi.

Tra cielo e terra
il percorso già storto,
s’è fatto labirinto
di vicoli ciechi.

Ma se la via a perpendicolo
ti appare un inganno,
la nebbia spegne i tuoi occhi
e l’ombra il tuo sole,
tu vola nella melma,
sosta sulla vetta,
prenditi un nome!

È così, dice il profeta,
che un piccolo esploratore
diventa poeta:

non di cosa, ma del come!

venerdì 24 aprile 2020

La scienza e la fiaba del virus



Al venire del virus la casa della scienza scricchiolò. La città della verifica condivisa, del metodo galileiano, del dubbio popperiano divenne un enorme palcoscenico per istrioni, medici ciarlieri e profeti senza un dio. Nessuno seppe di non sapere, nessuno l’ammise. Prevalse Narciso su Prometeo, Hyde su Jekyll e il subito sul sempre. Comparve una scienza per nazione, un criterio per ogni Stato. L’errore dilagò sino a che ogni scientista inconsapevole e ogni filosofo ingenuo divenne un uomo deluso. E un critico feroce…

mercoledì 22 aprile 2020

Poeti



Da tempo i poeti
hanno smesso il lapis,
hanno visori per occhi
e usan standby per attesa.
Forse così non sono obsoleti
o forse così non si voglion poeti.
Eppure, non per questo
le lacrime asciugheranno,
la gioia appassirà,
l’alba sarà in catene
e l’amore un saldo in conto.
Ogni essere ancora grida,
ogni anima ancora spera.
Se si è vivi
con il lapis, con una tastiera…

domenica 19 aprile 2020

Ahimè, il talento!


Non so se tutto quello che ho perso, concretamente lo avevo. 

Non si diventa poveri se prima non si possiedono beni, capitali, denari da perdere. Caso mai lo si resta. E comunque, in verità, con i soldi il dilemma vien meno, rasenta la banalità logica, perché tutto si risolve in un conteggio. Saldo netto: bilancio attivo o passivo.
“Non so se tutto quello che ho perso, concretamente lo avevo”. La mente spesso ci illude e ci persuade di essere quello che non si è, e di saper controllare quello che non si può. Convinzioni, emozioni e abilità. Basta un po’ di piaggeria altrui, una circostanza favorevole e un contesto autoreferenziale per originare una credenza positiva. Ed un Io tronfio.

Nella vita d’un artista il talento mostra in ciò aspetti esemplari. Intrigante, difficile da verificare. Talvolta si crede di possederlo per reputarlo poco dopo soltanto un portato accessorio della vanagloria. E viceversa, a distanza d’anni, qualcosa di dimenticato riporta in animo un orgoglio inaspettato.

Ed ora? Ora che il momento esistenziale volge alla tragedia annunciata? Dubbio e speranza. La crisi consolata: “Ahimè, ho perso! (Soltanto l’arte però che non avevo innaturata)”.