Sono stato ad aspettarvi
con le mani in tasca,
seduto sullo scalino d’entrata,
sul divano di casa,
steso a letto a sudare,
non capendo d’esser partito
anch’io con voi,
per altra strada, quella
che imbianca i capelli,
raggrinza la pelle e offre
la fatica di vivere
al poter respirare.
Nel caro sepolcro, da anni,
la vostra età è uguale a sé stessa
e il silenzio ha un fiato immutabile,
una pace senza lacrime.
Qui, un vecchio bambino tremante,
invece, ancora vi piange.