Che la poesia odori di colla e di pece,
usi sillabe incerottate
e tenga versi sospetti,
che frequenti editori indaffarati,
critici distratti
e lettori inesistenti
non è più cosa nuova,
né tanto più importante.
A me, piuttosto giova
che la sua luce fioca,
rimanga un alto faro ancora.
Con quello ogni lucciola cieca
nel buio trova,
da millenni il suo amante.
La luce fioca di una poesia... ma lo sai Giuseppe, che sotto questo aspetto non l'avevo mai cansiderata la poesia? E le tue parole mi fanno pensare che forse, a scrivere ancora qualcosa farei bene, se non per gli altri, almeno per me stesso che la luce, senza la parola, non la so trovare. E ti ringrazio per questo spunto- appunto. Prima o poi, con il tuo permesso e avendo tempo, vorrei recuperare le parole che scrivi, perché, ne sono certo, finiranno per farmi compagnia. Prenderò un quaderno e con la penna trascriverò i tuoi versi, avendo cura di trascrivere il tuo nome in stampatello e quando mi sentirò solo aprirò il quaderno e leggerò. Poi mi dirai. Grazie ancora, ciao
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