mercoledì 21 ottobre 2020

Il deserto dell'animo

  

Quando il deserto diventa palude

e tutto s’intride

di coriandoli melmosi,

quando il mondo annega

e nel fango imputridisce,

posso farmi rana,

balzare in aria,

evolvere a gabbiano

e ad albatro gigante.

Ma volare alti,

suggerisce il poeta,

è un deserto nuovo.

L’arido dolore

di vivere, solo fra tanti.


giovedì 8 ottobre 2020

Essere invisibili

 


Da giovane ero magrissimo. Un longilineo, tanto magro da dovere sopportare chi, ironicamente, mi dileggiava per non produrre ombra. Col passare degli anni, acquistando una dozzina di chili, ho raggiunto l’epiteto di magro (con ombra annessa), diventando nei fatti però, paradossalmente invisibile. Non nel corpo carneo ovviamente, bensì nel corpo sociale. “Un effetto dovuto alla senilità. - subito ha suggerito una caustica schiera di persone - Manuali, libri e riviste ti spiegano perché, e molto sensatamente”. Ma al di là delle ragioni e del naturale conseguente sconforto, un aspetto proprio, un vissuto personale, sembra non voler quadrare. Da giovane ero un artista tribolato che traeva forza e resilienza dalla speranza che almeno la vecchiaia mi avrebbe ripagato. Non in termini economici, sia chiaro, ma tramite un decoroso riconoscimento sociale o, esagerando, attraverso la stima della propria comunità territoriale. I pittori – si diceva allora - diventano maestri da vecchi e famosi da morti. Ma a quanto pare, a me è stata donata l'altrui indifferenza. Non la critica avversa, la contrarietà, il disprezzo, ma soltanto il merito dell’invisibilità che magistralmente, già da vivo, mi annovera nell'oblio dei morti. Ovviamente senza fama.