Mi è caduto il sole tra le mani
e non so più cosa sia.
Assomiglia più a un fuoco che lessa
piuttosto che a una fiamma che strina.
Meglio era quando, alto, sfuggiva.
E donava lusinghe,
speranze e meraviglia.
Mi è caduto il sole tra le mani
e non so più cosa sia.
Assomiglia più a un fuoco che lessa
piuttosto che a una fiamma che strina.
Meglio era quando, alto, sfuggiva.
E donava lusinghe,
speranze e meraviglia.
che maligni e oscuri complotti
minaccino le armonie ideali.
Rifletti, ascoltando tutti.
Può essere che
fantasie e giudizi strani
siano virtù e vizi umani,
ragion per cui, ogni credenza
adempia un’utilità:
così, se una stramba teoria
aggiunge agli stupidi nuova stupidità
è perché agli stessi dona
una possibile tranquillità.
Rispettala, rispettando chiunque.
Tu che cerchi, invece, d’imparare
quanto precario sia il sapere,
conoscerai, oltre la tua,
altre cento, mille ottuse falsità.
E con esse
la sorpresa d’esser uomo
e il privilegio d’una mezza verità.
Quando la primavera teneva colori d’arlecchino,
suoni di campane e melodie di cardellino,
portavo gli occhi sgranati, stupidi e stupiti,
sulle rive dei fossi,
al confine dei prati, sui rami d’albicocco.
Ora, invece,
indosso occhiali firmati e denti nuovi:
ora che il sole d’aprile
romba grigio nel mio sguardo
e il cemento fiorisce.
Da vecchi si fa così: si trema
sul confine del mondo,
fingendo di averlo.
Nessuno sapendo
cosa sia, e cosa sia stata,
una primavera.
.