sabato 10 aprile 2021

Una primavera

 

 

Quando la primavera teneva colori d’arlecchino,

suoni di campane e melodie di cardellino,

portavo gli occhi sgranati, stupidi e stupiti,

sulle rive dei fossi,

al confine dei prati, sui rami d’albicocco.

 

Ora, invece,

indosso occhiali firmati e denti nuovi:

ora che il sole d’aprile

romba grigio nel mio sguardo

e il cemento fiorisce.

Da vecchi si fa così: si trema

sul confine del mondo,

fingendo di averlo.

 

Nessuno sapendo

cosa sia, e cosa sia stata,

una primavera.

.

 

 


1 commento:

  1. Ciao Giuseppe. Nel mio piccolo mi sbilancio a dirti tutta l'ammirazione per l'animo poetico espresso in questa bellissima poesia. Ti sei superato, soprattutto sulle prime cinque righe. Esse mi hanno dato gioia e poca paura di far tornare quel vecchio pensiero nato felicemente sulle rive dei fossi, in primavera. Come ti leggevo, rivivevo l'emozione... Dubito che i giovani d'oggi, non per loro colpa, ovviamente, possano comprendere, non avendo più a disposizione la stessa materia prima. Un abbraccio e un sorriso. Riguardati, ciao.
    agi

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