martedì 7 luglio 2020

L'Arte Evaporata





Da tempo oramai alcuni raffinati ristoranti sono soliti proporre ai clienti esperienze sensoriali frutto di appassionate ricerche gastronomiche. Materie prime insolite, garanzie di qualità, complesse procedure di lavorazione per chiamare e fissare in memoria la straordinarietà delle realizzazioni culinarie.
Ricordo il parere di un dirigente scolastico, giudicato da tutti una buona forchetta e cultore della cucina, a proposito di una colorata spuma gelificata:” …tanto buona che resti con la fame! Un’ottima frittata d’aria!”. L’aveva apprezzata, ma anche ribadito che la fame gli era rimasta.
Così, non posso non cogliere l’analogia con tanta Arte Attuale. Buona arte, s’intende, con la caratteristica di non saziare. L’animo vive le profonde, complesse, antiche emozioni umane e l’Arte senza dubbio può contribuire a compensarle. E parimenti non c’è dubbio che il naturale bisogno di soddisfare, ad esempio, la Curiosità, di esplorare il nuovo fino a trascendere, venga ben inteso da tanta arte d’oggi. Buona arte, s’intende, ma che ti lascia la fame.
Una fame inconscia – correlata ancora alla Paura, alla Tristezza, anche all'Amore che quotidianamente ci abita – e che non si sazia di affabulazioni interpretative, minimalismi ironici e ludici intrattenimenti dell’Arte Attuale. Buona arte, s’intende, ma che si direbbe leggera, evaporabile, se non evaporata. Come spuma gelificata, buona e poco nutriente.
Se penso ad alcuni pittori del secolo scorso non del tutto consapevoli del loro operare, spesso incompresi, agiti da una visione archetipica (in senso junghiano) e li confronto con alcuni artisti di oggi, inseriti nelle logiche del progetto, della sottile provocazione mediatica legata al culto dell’originalità, se penso a quanto ora prevalga la razionalità comunicativa sul mistero dell’espressione artistica, la velocità sulla lentezza, il sistema sull'individuo, resto basito. Anzi, mi sento denutrito. L’Arte che consola le mie tristezze, che sorregge le mie paure vive nel passato ed inseguire la Curiosità dell’attualità non mi basta. Ahimè, l’Arte Evaporata mi affama…

1 commento:

  1. Se tu sapessi... io che non sono un artista ma che, a volte, ho fame veramente di cose belle, descritte nel modo in cui il mio animo ne possa sentire la pienezza, rimango spesso deluso. Non mi dilungherò in questo discorso... perché anche nel nostro piccolo mondo del gruppo ci sarebbe da dire, ma sono solo pareri personali... Hai descritto, come sai fare solo tu, che l'arte non sazia, mentre risulta ovvio che tanti artisti, con la loro arte, si credono in grado di saziare l'intero universo. "Una ottima frittata d'aria" è la definizione corretta che fotografa la situazione. Ti ringrazio Giuseppe, A presto, ciao.
    agi

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