La bellezza ti dona e ti toglie. T’avvantaggia e ti
limita. Lo sospettano le Dive avviate alle rughe della prima maturità: accade
spesso che ogni percorso inizialmente facilitato dall’avvenenza proceda con la
sua contropartita. Rallenta l’evoluzione personale, allontana la stabilità
emotiva.
Può esistere relazione tra Bello-sano e sempliciotto-banale?
Tra brutto-sgraziato e talentuoso-geniale?
L’ipotesi risente d’un pregiudizio condiviso, ma resta
di fatto indimostrabile. La bellezza, comunque, sembra essere così transitoria
e precaria da offrire opportunità a chiunque, sia avendola che non. Le crisi estetiche
sono per tutti e quelle anticipate regalano saggezze inattese.
E non si creda che la Bellezza dell’arte sia diversa, eterna
a priori, intramontabile, che non sottostia ai cicli storici dell’oblio e del
ritorno. Quello che resta più stabile sembra essere l’occhio interiore che la
contempla, inteso come sguardo che la scopre, consapevole della complessità del
contesto e, meglio, della sua relatività. Ma a tal punto, come un gioco famoso,
si torna alla partenza e la domanda resta: per raggiungere questo traguardo
dello spirito, la bellezza iniziale - qualunque essa sia - facilita o limita?
Ironicamente, ricordo spesso a me stesso il fatti
non foste a vivere come bruti. Amo la speranza. Non mi sorprende l’inganno.
Caro Giuseppe, certo è che la bellezza esteriore dà possibilità, nel lavoro,(tanti sono i colloqui di lavoro che vanno a buon fine grazie alla bellezza esteriore) nella vita di tutti i giorni e, sicuramente, anche nell'arte. Spesso faccio confronti e dico a me stesso che tante poetesse, con la scusa della bellezza, fanno breccia anche nelle votazioni dei concorsi... inutile negarlo, è così! Troppe volte mi sono ritrovato a constatare che, magari un anziano, brutto e rattoppato, che aveva scritto cose meravigliose, non veniva considerato a favore di qualche ragazzetta con la scollatura oltre il limite, che aveva scritto pura prosa e anche senza contenuto. Come dici tu, "l'occhio interiore" e solo quello, dovrebbe comprendere la bellezza che non è sinonimo di bello in senso estetico, ma di bello in senso di contenuto, di animo. E quindi, nel mio piccolo mi sento di rispondere alla tua domanda finale, con un'altra domanda:"sono più gli umani che considerano la bellezza esteriore o sono di più quelli che considerano quella interiore?" La facilità o la limitazione avviene nel momento in cui uno fa questa scelta di giudizio. Personalmente ritengo la bellezza interiore sopra ogni cosa e quindi anche sopra la bellezza esteriore... Ma a volte l'uomo è intriso di talmente tanta ipocrisia che potrebbe ingannare sé stesso.
RispondiEliminaCiao Giuseppe.
agi