domenica 19 aprile 2020

Ahimè, il talento!


Non so se tutto quello che ho perso, concretamente lo avevo. 

Non si diventa poveri se prima non si possiedono beni, capitali, denari da perdere. Caso mai lo si resta. E comunque, in verità, con i soldi il dilemma vien meno, rasenta la banalità logica, perché tutto si risolve in un conteggio. Saldo netto: bilancio attivo o passivo.
“Non so se tutto quello che ho perso, concretamente lo avevo”. La mente spesso ci illude e ci persuade di essere quello che non si è, e di saper controllare quello che non si può. Convinzioni, emozioni e abilità. Basta un po’ di piaggeria altrui, una circostanza favorevole e un contesto autoreferenziale per originare una credenza positiva. Ed un Io tronfio.

Nella vita d’un artista il talento mostra in ciò aspetti esemplari. Intrigante, difficile da verificare. Talvolta si crede di possederlo per reputarlo poco dopo soltanto un portato accessorio della vanagloria. E viceversa, a distanza d’anni, qualcosa di dimenticato riporta in animo un orgoglio inaspettato.

Ed ora? Ora che il momento esistenziale volge alla tragedia annunciata? Dubbio e speranza. La crisi consolata: “Ahimè, ho perso! (Soltanto l’arte però che non avevo innaturata)”.

1 commento:

  1. Anche questo tuo bel post fa riflettere. Spesso abbiamo la pretesa di essere, perché abbiamo, possediamo, se non denaro, certamente capacità. Ci piacciamo quando gli altri ci lodano, gongoliamo sulla nostra, in realtà, miseria. E ci accorgiamo, in casi come questo del virus, che quello che pensavamo di avere, sbiadisce, scolorisce, diventa niente e ci rendiamo conto, tutto ad un tratto, che siamo diventati poveri... abbiamo perso la convinzione... non ravamo ricchi e quindi non abbiamo perso niente di importante. E se ci rendiamo veramente conto di questo, in qualche modo ridiventiamo ricchi di quello che non avevamo o che avevamo ed era accantonato da qualche parte e che è entrato nel nostro essere con azioni di generosità, con pensieri utili e altruisti... sì, perché la ricchezza che abbiamo perso era, come detto sopra,la nostra miseria. Io ti ho compreso in questo modo, caro Giuseppe... Ti auguro fortuna, salute e felicità. Un abbraccio. Ciao
    agi

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