mercoledì 22 aprile 2020

Poeti



Da tempo i poeti
hanno smesso il lapis,
hanno visori per occhi
e usan standby per attesa.
Forse così non sono obsoleti
o forse così non si voglion poeti.
Eppure, non per questo
le lacrime asciugheranno,
la gioia appassirà,
l’alba sarà in catene
e l’amore un saldo in conto.
Ogni essere ancora grida,
ogni anima ancora spera.
Se si è vivi
con il lapis, con una tastiera…

1 commento:

  1. Hai detto bene, Giuseppe... "se si è vivi"... e, per me, essere vivi comporta avere contatto diretto, che non può essere un tasto, ma un lapis sì. E' come se, mentre scrivo, il pensiero si depositasse dolcemente sulla carta, dalla mente, tramite il braccio, la mano, le dita... non mi so spiegare meglio di così e non ha importanza la carta... ho scritto anche su fogli della lista della spesa. E sinceramente, non mi importa di essere obsoleto... forse, dico forse, sarò un po' più poeta... e solo così mi sentirò vivo. Sottolineo con il lapis. Caro Giuseppe,ancora una volta non deludi nelle parole e dai qualcosa di te a chi ti legge e, non ha importanze se con il lapis o con la tastiera. Un caro saluto.
    agi

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