venerdì 24 aprile 2020

La scienza e la fiaba del virus



Al venire del virus la casa della scienza scricchiolò. La città della verifica condivisa, del metodo galileiano, del dubbio popperiano divenne un enorme palcoscenico per istrioni, medici ciarlieri e profeti senza un dio. Nessuno seppe di non sapere, nessuno l’ammise. Prevalse Narciso su Prometeo, Hyde su Jekyll e il subito sul sempre. Comparve una scienza per nazione, un criterio per ogni Stato. L’errore dilagò sino a che ogni scientista inconsapevole e ogni filosofo ingenuo divenne un uomo deluso. E un critico feroce…

1 commento:

  1. E nutro seri dubbi su quello che verrà... io che profeta non sono, questa cosa me la sento nelle ossa. Altre cose si presenteranno e si ripeterà la storia... Hai detto bene "nessuno seppe di non sapere, nessuno l'ammise"... Alla faccia della verità, ancora da maturare o ancora in stato embrionale. Il "sempre" che citi temo diverrà abitudine. Il tuo è un altro post da incorniciare fra le pareti della mente, ove, passandoci appresso, la sola vicinanza ci possa deliziare del contenuto. E' sempre un piacere, Giuseppe, apprendere da te lezioni sulla vita. Ciao
    agi

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