Dio
che ora sei e stai
nel verde del bosco
e più in là sulla vetta,
sull'orlo rosso d’un fiore
e nel pulviscolo della roccia,
accoglimi.
Come il palmo per la mano,
la musica per il suono,
Tutto non ha confini
se Tutto è appartenenza.
Ed anch'io in Te sono
l’ala di rondine lesta,
la nube che dissolve lenta
ed il dolore mio buono.
Accoglimi
transitorio, dubbioso e fugace
come può essere l’Io che sono.
Precario perché distinto.
Accoglimi e teniamoci.
Nella culla della pace.
Mi colpisce e mi piace molto questa tua poesia. Mi piace il colloquio con l'Essere che accoglie, dove non ci sono confini perché si appartiene al tutto. E il senso della vita risalta in queste parole umili e coscienti che la pace dentro di noi è sinonimo della grandezza di Dio. Io non so in che momenti tu esprima i tuoi versi ma so, posso immaginare che saranno momenti molto contemplativi, capaci di creare lacci da sciogliere in un andare pieno di incertezze. Personalmente ti ringrazio di avermi reso partecipe. Cioa Giuseppe
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