giovedì 10 settembre 2020

Fare l'Artista





Da ingenuo presuntuoso ogni tanto mi dico “questa non è la mia strada, non è questa la vita…”. Il che presuppone che io sappia a priori cos'è la mia vita o sappia prevederne, già delineato, il percorso. In fondo, ingenuo non del tutto, sospetto che la frase echeggiante trovi significato soltanto in negativo e, molto semplicemente, si limiti a constatare cosa nel passato e nel presente non sia stato, e non sia, per me significativo. Brutalmente, cosa non sia piaciuto e non piaccia. Come dire, ecco le cose di cui poter volentieri fare a meno.
Ben più sottile ed imbarazzante rimane il quesito in positivo e cioè quale e dove sia la strada capace di rendere vera e degna la vita.
In questo ambito il filosofo viene dopo. Infatti, se il cervello paleo mammalliano scalpita, impone il bisogno ed esige il suo soddisfacimento, meglio lasciare prima il campo a consapevoli considerazioni di natura psicologica (sempre che si possa) e volare bassi accettando possibili scelte abbruttenti. Dalle quali eventualmente risorgere.                                                                  Sesso, potere, edonismo sono fiumi carsici ben distribuiti, capaci di aprire strade in vasti territori, indirizzandone la percorrenza. Una via naturale, poco culturale e spesso poco etica.
Ma immaginando di aver barattato l’ancestrale, animale felicità per un po’di sicurezza, in un contesto civilizzato è ancora opportuno l’interrogativo iniziale? Ricordando C.G. Jung, esiste un processo di Individuazione? Di autentica crescita personale?
Ahimè, più mi domando quale sia il mio percorso, più ho la sensazione di restare semplicemente fermo. A meno che il senso reale della mia vita non consista nel cercarne il senso…
Riaffiora il filosofo che non ha potuto (saputo) fare ammodo l’Artista?

1 commento:

  1. Ciao Giuseppe. Senza tanti preamboli ti dirò che le tue domende sono le mie. Per quanto io sia niente al confronto... Certo non conosco la tua vita di tutti i giorni e non ambisco a dare consigli. Posso solo dirti che per come ti conosco non ti ho mai visto la presunzione addosso e ti ho sempre visto volare basso perché questo, secondo me, è il tuo habitat, e in esso non ho visto né ingenuità né scelte abbruttenti ma solo l'umile artista che si innalza oltre il sentito dire. E non è poco di questi tempi. Per me sei e resterai un "grande", al di là delle tue tante domande. Ciao Giuseppe.
    agi

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