“Ma il Minotauro è uno scherzo della mente, un
relitto psichico. Il Minotauro non è mai esistito.”
In verità esiste ancora: nel
proprio nome, nella sua storia letteraria, nelle opere relative al suo mito e in
tutte le considerazioni psicologiche inerenti al suo significato archetipico.
Per la psicologia analitica il Minotauro è un simbolo. Unione d’inconscio e
conscio. In esso una parte pulsionale, emotiva ed inconsapevole dell’animo
umano ha trovato forma, manifestazione e sistemazione.
Possiamo parlare del
Minotauro perché qualcuno, anticamente, lo ha descritto, disegnato e collocato
in luoghi e tempo. Questo qualcuno ora potremmo chiamarlo Surrealista,
Favolista, Sceneggiatore od altro. Certo è che l’Immaginazione umana,
da subito, ha dovuto incarnarsi in artisti pittori, scrittori e scultori per
tradursi in materia concreta, in opera ed in Storia.
C’è un’Arte perciò che
funge da cerniera tra l’enigma oscuro dell’animo e l’epifania della luce
cosciente, una capacità rappresentativa di quel che è solo preavvertito,
l’abilità di dare voce all'afasia. Un’arte che non insegue la realtà, che non
intende essere mimesi della stessa, ma atto generativo e fondamento culturale
umano. Una ricerca continua di senso, una sfida all'ignoto e una costante
tensione al superamento. Turbolenta e laboriosa. Un’Arte intrigante.
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