martedì 25 marzo 2025

Alta quota

 

Qui, il silenzio è tanto

da stupire gli orecchi

e il cuore, salendo,

parla per tutti.

Giù, a valle,

qualcuno si ama,

qualcuno si odia

in una festa inutile.

Qui, l’allegria

è un rincorrersi di nuvole

e l’amore per sempre,

si chiama pace.


domenica 23 marzo 2025

Trascendente

 

Ora volano in alto, bianchi.

Non saranno angeli,

anzi saranno aironi,

forse cicogne o forse gru.

Qualcuno tra loro

ha mangiato rane,

qualcun altro topi,

qualche biscia

trovata nei fossi.

E ora volano.

Io, circondato dai sassi,

rimango con occhi umani

a guardarli, selvatici,

salire in su.

mercoledì 26 febbraio 2025

Lo stupido

 

Lo stupido è colui che,

chiudendo gli occhi,

crede non esista più il mondo.

Lo stupito è colui che,

riaprendoli,

trova il mondo essere meraviglioso

venerdì 21 febbraio 2025

Lettera a un poeta

 

Ora che la vanagloria

è ben piegata e posta

tra canotte e calzini,

la primavera mi ricorda

che vivrò una volta sola.

Per questo fiuto l’aria

e provo amore

anche tra sassi, merde di cane

e ogni anima sincera.

Lascio in silenzio la carta e il lapis

che tenevo a cuore.

Tu tieniti i premi, i diplomi,

le foto coi potenti per cui scrivi.

Io riprendo l’onore d’esser uomo.

mercoledì 12 febbraio 2025

La nebbia tardiva

 

Quel po’ di nebbia infine,

non ha saputo stare.

S’era seduto sulla pianura,

com’è suo modo fare,

pensando d’esser bene,

confidando d’ accudire

i pioppi scarni, le foglie marce,

le creature infreddolite e affamate.

Invece al suo partire,

un sole, pur timido e distante,

è sembrato poter dire

quel che a tutti era già chiaro:

chi tronfio s’invita

amaro riparte,

chi troppo si crede,

più che utile, diventa irrilevante.

giovedì 23 gennaio 2025

In età ferita

 

Ora il ginocchio scrocchia.

 A vent’anni, quand’era silente,

era emblema d’assenza e salute,

così come l’amore,

che c’era ed era, incosciente,

per grazia ricevuta,

luminoso e presente.

Ora, anche l’amore scricchia

per usura e per danno,

eppure, la cura e il sostegno

gli leniscono l’affanno.

È così che s’impara:

come la fatica e il dolore

costruiscano un senso

e possano offrire il valore

che le cose gratuite,

spesso, non hanno.

 

martedì 21 gennaio 2025

Ora so che non ce n'è

 

Ora so che non ce n’è:

che la lingua s’è fatta secca,

finta e via via inaridita,

che le parole si son fatte sciocche

per il mondo semplice di oggi

che semplice non è.

Ora so che i poeti s’arrenderanno,

orneranno di blablà il passato

e abiteranno comodi

i libri d’ una riserva indiana.

Cosicché ogni canto

testimoni versi miseri come

“ora so che non ce n’è”

nel conforto codardo

del “così fan tutti”.