Sono stato ad aspettarvi
con le mani in tasca,
seduto sullo scalino d’entrata,
sul divano di casa,
steso a letto a sudare,
non capendo d’esser partito
anch’io con voi,
per altra strada, quella
che imbianca i capelli,
raggrinza la pelle e offre
la fatica di vivere
al poter respirare.
Nel caro sepolcro, da anni,
la vostra età è uguale a sé stessa
e il silenzio ha un fiato immutabile,
una pace senza lacrime.
Qui, un vecchio bambino tremante,
invece, ancora vi piange.
Come scrivere una poesia così intensa e così bella? Certamente in un momento di carica emotiva avrai trovato le parole ad aspettarti, così, come dici tu, "non capendo di essere partito" in questo caso, con il pensiero a sfiorare attimi vissuti, dolorosi, si intuisce... La poesia sembra quasi ritrarre il periodo prossimo, quello dei nostri cari partiti ad aspettarci. Mi sono emozionato non poco, leggendola, perché ti capisco... Un forte abbraccio, alla prossima. ciao.
RispondiEliminaagi