Ti cammino dentro e ti chiedo scusa,
già che scricchioli secco,
tra le chiome a terra, perse
come dopo una chemio,
senza resine e fiori,
senza fiato, solo senza.
Tu, che parlavi ai poeti
attraverso il silenzio,
e ora vivi in stridori di ruspa,
potendo solo morire.
“In me restano i ricordi
e l’incanto dei tuoi ritmi”,
e questo mi consola
quando so di soffrire.
Ma in anima
sei stato la mia pace,
la dolcezza di vivere.
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