Quello che cercavo nei tuoi occhi,
cadeva dai tuoi occhi
come una luce spenta,
dalle palpebre alla bocca,
dall’equatore al polo.
Era allora che cercavo d’aiutarti
come sanno i più sciocchi:
col sorriso e l’ironia,
eppoi con il fare perfetto
di chi non esiste,
non sbaglia e non difetta mai.
Ora so che il dolore umano
è troppo per tutti
e anche i figli non possono
e i bimbi ancor meno.
E solo il tempo è un porto,
un frustolo di cielo sereno.