Se il chiuso della casa t’opprime
tingere d’azzurro il soffitto non vale:
ci vuole un cielo davvero per sperare.
“Basta stendersi sull’erba – dirai -
sdraiarsi comodi sulla rena,
tendere in alto gli occhi ed aspettare…”.
Ma non sempre
questo possibile accadere accade
e al suo essere, spesso,
il cielo tende a rabbuiare.
Cosicché l’orizzonte
più certo e meschino
rimane ancora il muro, tuo vicino.
Come spesso accade, la voglia del cielo azzurro prevale in noi. E... no, non serve tingere il soffitto. Descrivi così bene questa poesia che mi ci sono ritrovato dentro. Chiudendo gli occhi mi sono ritrovato nei tuoi desideri e, infine, come orizzonte, il muro vicino ( qui avrei scritto il muro del vicino) . Come sempre, caro Giuseppe, sai trovare motivi validi e parole ancor di più, per descriverli... il che, in poesia, non accade sempre.
RispondiEliminaUn caro saluto, alla prossima. Ciao.
agi