Ora volano in alto, bianchi.
Non saranno angeli,
anzi saranno aironi,
forse cicogne o forse gru.
Qualcuno tra loro
ha mangiato rane,
qualcun altro topi,
qualche biscia
trovata nei fossi.
E ora volano.
Io, circondato dai sassi,
rimango con occhi umani
a guardarli, selvatici,
salire in su.
Traspare nitida la consapevolezza di non poter volare e anche un po' di celata invidia per questi esseri non umani, capaci di vivere lo spazio. Mi piace l'approccio con il quale ti poni sulle righe. Come sempre bella poesia. Ciao Giuseppe.
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